Rugby, un’esperienza matura a Roma

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Con la fine del mese di giugno è iniziata la pausa estiva per i bambini con autismo tra i 6 e i 12 anni di età, inseriti nel "Progetto rugby" coordinato da Primavera Rugby e avviato ormai da cinque anni su iniziativa della stessa associazione sportiva, dell'Associazione di volontariato Una breccia nel muro e dell'Associazione L'emozione non ha voce, con la collaborazione dell'Associazione So.R.Te.

La fine della stagione è stata anche un'occasione per una pizza comune, alla quale hanno partecipato oltre 60 persone tra bambini, genitori e volontari: una bellissima serata estiva per festeggiare quasi nove mesi di attività, ma anche per scambiare idee e riflessioni rivolte al futuro.

Prossimo avvio degli allenamenti dopo l'estate, con appuntamento fisso il sabato pomeriggio sui campi sportivi Centro di servizi Sapienza Sport di Roma; ad accogliere i bambini ci saranno i volontari della Primavera Rugby e dell'Associazione So.R.Te: un gruppo di ragazzi fantastici, che hanno costruito con i bambini un rapporto meraviglioso. L'allenamento consiste in una serie di attività fisiche ispirate al rugby, via via adattate alle esigenze dei partecipanti e alla loro crescita sportiva. Alla fine bambini e volontari si riuniscono in cerchio per un saluto corale finale.

L'organizzazione è ridotta all'essenziale: i contatti avvengono tramite WatsApp; i bambini (dopo un periodo di prova finalizzato a capire se sono effettivamente interessati) si iscrivono alla Primavera Rugby e ne diventano quindi soci. Sul campo operano con i bambini i volontari (generalmente uno per ogni bambino), che forniscono la loro collaborazione a titolo assolutamente gratuito. Fuori dal campo di allenamento i genitori approfittano di questa occasione settimanale per scambiarsi esperienze, informazioni e per passare un'ora in compagnia.

Il progetto ha conosciuto in quest'ultimo anno una crescita imprevista: a fine stagione i bambini presenti sul campo ogni sabato erano una ventina: un numero doppio rispetto all'anno precedente (gli iscritti sono quasi trenta): già questo è un indicatore evidente dell'interesse dei bambini per l'appuntamento settimanale, interesse confermato ampiamente dai genitori. Anche il numero di volontari presenti sul campo è aumentato, consentendo di mantenere il rapporto ottimale tra volontari e bambini e anche questo è un aspetto particolarmente significativo dell'esperienza.

In occasione dell'incontro conviviale di fine anno abbiamo riflettuto sul significato dell'esperienza e sull'impatto che ha innanzi tutto sui bambini, ma anche sulle famiglie e sui volontari; ne è nata l'idea di una rilevazione sistematica che da un lato dia conto dei risultati che si vedono e si percepiscono e dall'altro sia un'occasione di riscontro e di riflessione sul ruolo che esperienze come questa possono avere per la crescita fisica ed emotiva dei bambini. Una vera e propria attività di ricerca, quindi, da affiancare a quelle legate al ruolo delle terapie, e (sarebbe auspicabile) alla esperienza scolastica, confidando sulla possibilità di reperire le risorse umane e finanziarie necessarie e contando sempre sul volontariato, la nostra risorsa principale.

Nereo Bortot, socio dell'Associazione di volontariato Una breccia nel muro - ODV 

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