L’autismo è al plurale. Un congresso
Con cadenza biennale viene realizzato a Salerno un grande evento sull'autismo intitolato AUTISMS, con interventi di relatori nazionali e internazionali. L'uso "improprio" del plurale vuole anche mettere in evidenza che le persone con disturbo dello spettro autistico sono davvero molto diverse l'una dall'altra.
Professionisti provenienti da differenti settori clinici, dalla genetica alle neuroscienze, si riuniscono per condividere esperienze di ricerca e di trattamento, mettendo a confronto conoscenze, metodologie e nuovi risultati scientifici nel campo dell'autismo.
La quarta Conferenza internazionale è stata promossa dall'Associazione e cooperativa sociale Giovamente e si è svolta presso l'Hotel Mediterranea di Salerno il 24, 25 e 26 novembre 2017. È stata organizzata in sei sessioni plenarie, due lectiomagistralis, tre workshops e una sessione poster, 20 ore di reale apprendimento. Si sono alternati oltre trenta relatori provenienti da Italia, Regno unito, Grecia, altri paesi europei e Stati uniti. Hanno partecipato quasi 500 studiosi e operatori provenienti da diverse regioni italiane e da altri Paesi europei.
Hanno fatto parte del comitato scientifico, insieme all'organizzatrice Rosa Mandia: Maurizio Arduino (ASL di Torino) che ha anche presentato un lavoro riguardante la continuità assistenziale, dall'età precoce a quella adulta; Alessandro Frolli (Ospedale Fatebenefratelli di Napoli) e Silvano Solari (Università di Genova) che hanno anche proposto alcuni modelli d'intervento innovativi e il M.I.E. (Metodo Interattivo Emozionale); Marco Esposito (Associazione di volontariato Una breccia nel muro) che ha anche proposto un intervento sull'uso e il trattamento dei Big Data nella ricerca sull'autismo.
Il congresso in tutte le sue edizioni si è posto costantemente l'obiettivo di rafforzare la cooperazione scientifico-culturale internazionale sul tema dell'autismo, non soltanto per gli aspetti metodologici, e di informare e formare sul tema gli operatori del settore, l'opinione pubblica e soprattutto le famiglie nelle quali c'è una persona autistica. Purtroppo, nonostante si sappia oggi molto di più sull'autismo di quanto avvenisse appena dieci anni fa, si dibatte ancora sull'efficacia di interventi basati sull'evidenza scientifica internazionale, come quelli collegati all'Applied Behavior Analysis (ABA) e in generale che utilizzano metodologie cognitivo-comportamentali e, d'altra parte, sugli improbabili successi di trattamenti per i quali non viene prodotta evidenza scientifica.
Per questi motivi, il congresso ha dedicato alcune sessioni al rapporto sempre più intrecciato fra neuroscienze e terapie educative (Francesco Di Salle), allo stato dell'arte dei trattamenti (Filippo Muratori), agli esiti a lungo termine delle terapie comportamentali (Gian Gennaro Coppola) e, infine, alla discussione di problemi bioetici, spesso trascurati, legati all'autismo (Roberto Militerni).
Nelle sessioni plenarie è stato dato ampio spazio a interventi sperimentali sul tema della teoria della mente (Monica Mazza), all'uso del video-modeling nella promozione di abilità in bambini e adolescenti con autismo (Christos Nikopoulos), ad altri aspetti clinici come l'inclusione della famiglia nel trattamento del bambino (Lalli Howell), alle problematiche legate ai siblings (Erika Molineris), alla spesso dimenticata co-occorrenza psicopatologica nella persona con disturbo dello spettro autistico (Marco Bertelli), aspetto da tenere necessariamente in conto per poter progettare un piano d'intervento efficace.
Il congresso si è chiuso con un dibattito animato da Vincenzo Abate sulla nuova legge regionale sull'autismo adottata in Campania e quindi sull'organizzazione dei servizi a favore delle persone in età evolutiva con disturbi del neuro-sviluppo e patologie neuropsichiatriche e delle persone con disturbi dello spettro autistico.
La partecipazione è stata ampia: assistenti sociali, insegnanti di ogni ordine e grado, operatori, psicologi, pedagogisti, counselor, educatori professionali, studenti e famiglie. All'apertura hanno portato il loro saluto e sostegno il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e l'assessore alle politiche sociali Nino Savastano.
L'Associazione "Una breccia nel muro" ha promosso e sostenuto fortemente il congresso, organizzando una sessione plenaria sugli interventi comportamentali, un workshop dedicato alla valutazione e allo sviluppo delle autonomie e una articolata sessione poster.
Nella sessione plenaria, è stato dato ampio spazio agli interventi comportamentali svolti a scuola, luogo principale dell'insegnamento-apprendimento per i bambini, poi adolescenti. Era necessario offrire ai tanti maestri e insegnanti presenti una rassegna su quali fossero le procedure d'insegnamento migliori, validate dalla letteratura scientifica, una panoramica delle ricerche sul tema. Mike Miklos (Pensilvania Traning and Technical Assistance Network) ha svolto un intervento su "School-based Interventions for Students with Autism".
Forte enfasi è stata posta anche sulle ricerche che validano i modelli clinici che includono il genitore e sull'importanza della sua formazione (Parent Training), tema del quale la nostra Associazione da anni sottolinea l'importanza e che quotidianamente mette in pratica con l'integrazione di tutta la famiglia all'interno del piano educativo del bambino. Giovanni Valeri, dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha presentato una riflessione sullo stesso argomento.
La sessione si è conclusa con gli interventi di due altri esponenti della cultura ABA in Italia: Denise Smith di Firenze e Daniele Rizzi di Pescara, analisti del comportamento stimati in campo nazionale e internazionale, i quali hanno commentato i tanti falsi miti sui modelli cognitivo-comportamentali che circolano sui social network e nel passaparola fra le persone; ambedue hanno sottolineato l'importanza di introdurre obiettivi funzionali all'interno dei programmi di trattamento, soprattutto per adolescenti e adulti, due gruppi spesso dimenticati.
In stretto collegamento con quest'ultimo argomento, la nostra Associazione ha dedicato un workshop specifico al tema dello sviluppo delle autonomie in bambini e adolescenti con autismo. Insegnare a un bambino con problemi neuropsichiatrici significa infatti, in primo luogo, avere a cuore la sua autonomia, dall'igiene personale alla comunicazione; questi aspetti sono a volte messi in secondo piano all'interno dei programmi educativi, in parte anche per una formazione insufficiente dello staff clinico sul tema, nonostante rispondano a esigenze acute delle famiglie. All'interno del workshop sono stati illustrati, in interazione con la platea, due specifici argomenti da parte di Serena Caracciolo (psicoterapeuta e analista del comportamento che opera all'interno dell'Associazione) e di Daniele Rizzi (BCBA, Albaonlus di Pescara). Il primo intervento ha riguardato l'acquisizione del Toilet Training da parte dei bambini; il secondo si è soffermato sulle tecniche di insegnamento riguardo ai seguenti aspetti: come proteggersi se ci si avvicina un estraneo, come non toccare o ingerire cose pericolose; come cercare aiuto quando ci si perde, tutte abilità essenziali per lo sviluppo dei bambini.
Infine, la sessione poster organizzata dall'Associazione è stata orientata prevalentemente ai ricercatori e agli studenti; la partecipazione di espositori e visitatori è stata importante: le esibizioni dei ricercatori più giovani hanno spaziato da applicazioni su tablet sviluppate per bambini con autismo a progetti sociali, come visite guidate nei musei.
E' possibile trovare alcuni dei materiali illustrati durante il Congresso nel sito: http://cooperativa.giovamente.it/2017/07/14/iv-international-congress-autisms/
Marco Esposito, supervisore e ricercatore presso i Centri "Facciamo breccia" di Roma e Salerno