Il terzo settore al servizio delle persona
I cittadini in buona misura sentono il bisogno di operare in prima persona per cambiare, per migliorare la società. Quest'ansia - frustrata invece dalla politica che non sa più offrire una vera partecipazione - trova nelle organizzazioni di terzo settore, nel volontariato in particolare, uno sbocco concreto e realmente costruttivo. Ciò spiega come le organizzazioni di terzo settore non conoscano crisi di adesione e come il terzo settore rappresenti il vero tessuto connettivo del Paese.
Vediamo, nel quadro dei servizi alla persona, quale può essere il peso del terzo settore in relazione ai servizi erogati dallo stato. Va detto cheil rapporto tra servizi pubblici e terzo settore trova nella Costituzione la sua legittimazione. La sussidiarietà orizzontatale è proprio lo spazio che la costituzione individua per l' azione del volontariato e della partecipazione diretta dei cittadini. L'art.118 dice infatti: "Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà".Dunque, non solo l'intervento "diretto" dei cittadiniè possibile, ma in un certo senso è auspicato. Tuttavia le organizzazioni di terzo settore devono essere molto attente nel combinare il proprio impegno con la vigilanza nei confronti di uno stato sempre più assente. Non deve mancare la pressione nei confronti delle istituzioni perché comunque non abdichino ai loro compiti. Sta di fatto, comunque, che oggi gran parte dei servizi sociali del nostro paese sono gestiti direttamente o indirettamente dal terzo settore.
Oggi l'"azienda" terzo settore occupa oltre 400.000 addetti. Quanto incide la crisi su questo settore economico? Innanzitutto, parlare di azienda nel senso classico del termine non si attaglia al terzo settore, che come le aziende ha sì per scopo la creazione di ricchezza, ma a differenza delle aziende non crea profitto "monetario" per l'investitore. Perciò in qualche modo il terzo settore è posto al riparo dalle fluttuazioni del mercato. Ma nel terzo settore e a pieno titolo operano, anche, le cooperative sociali, imprese vere e proprie, attive in tutti i settori economici sia che si tratti della produzione di beni che di servizi. In effetti la cooperazione è un antica forma d'azienda che vede nella mutualità fra i soci la propria ragione sociale, e opera nel mercato economico con questa caratteristica. Questo spiega il perché di molte agevolazione anche fiscali di cui le cooperative godono. La crisi incide ovviamente anche su questi operatori in particolare sono drammatici i ritardi con i quali la pubblica amministrazione paga le sue forniture. Discorso a parte va fatto per il volontariato, dove l'attività dei soci è per sua natura gratuita. Complessivamente il terzo settore, rispetto alla crisi, rappresenta una garanzia di stabilità e di tenuta sociale per il nostro paese.
Per ultimo. Nell'ipotesi in cui il terzo settore non fosse più in grado di erogare servizi alla persona, la situazione si farebbe di certo drammatica. Ognuno di noi può facilmente provare a pensare cosa sarebbe la propria città , il proprio paese, il proprio quartiere, se all'improvviso sparissero tutte le organizzazioni del terzo settore (niente più comitato di quartiere, niente più associazioni ambientaliste, associazioni sportive, associazioni culturali, centri sociali) e per quanto riguarda i servizi alla persona, le associazioni di tutela dei cittadini, degli anziani, dei malati terminali, dei colpiti da malattie rare. Sarebbe un vero e proprio collasso sociale.
DANIELE CALDARELLI