Editoriale: Breccia, una guida rinnovata
L'Assemblea degli associati del 15 novembre scorso ha provveduto a un rinnovo parziale delle cariche della nostra associazione "Una breccia nel muro". Sono stati confermati Alberto Zuliani, presidente, e Alessandra Bondanelli, vicepresidente. Sono stati eletti consiglieri: Nereo Bortot (che il Consiglio direttivo ha poi nominato tesoriere a norma di statuto), Paola Romagnoli e Marco Sabatini Scalmati.
Il ricambio è un valore di per sé: entrano nuove idee, nuove capacità, nuovo entusiasmo. Dieci anni dopo la costituzione dell'Associazione, avvenuta a novembre del 2011, il ricambio era opportuno. Se fosse stato possibile sarebbe stato ancora più radicale. Insieme ai consiglieri uscenti si è lavorato molto bene. Mauro Paissan ha curato e continuerà a curare la newsletter. Claudio De Giuli, tesoriere, ha seguito le questioni legali e continuerà a farlo; è stato essenziale nei momenti di difficoltà che l'Associazione ha vissuto a metà del decennio scorso. Sergio De Julio, subentrato a Daniele Caldarelli (che aveva assunto la presidenza della Cooperativa sociale "Una breccia nel muro - Servizi") continuerà a curare i progetti tecnologici. Del Consiglio direttivo ha fatto parte, inoltre, dalla costituzione dell'Associazione, la socia fondatrice Annamaria Malato; ne è stata vicepresidente e si è molto adoperata nella raccolta di fondi; nel 2015 lasciò l'incarico nel quale subentrò Alessandra Bondanelli, anche lei socia fondatrice.
L'impegno di alcuni di noi per l'autismo era iniziato prima, nel 2009, sotto la ragione sociale "Handicap dopo di noi". La prima bambina trattata è stata Shirley; ci era stata mandata dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, con il quale da allora abbiamo mantenuto un rapporto importante e costruttivo. Qualche anno dopo tornò nel suo paese di nascita, l'Albania; la famiglia continuò a mandarci video e abbiamo proseguito la supervisione per molto tempo.All'epoca erano poche le strutture che offrivano trattamenti evidence based a Roma, come d'altronde in tutto il Paese. Abbiamo fatto da apripista e abbiamo costruito molto: la sede di Roma che si è ampliata e abbellita nel corso del tempo; la sede di Salerno, in base a un accordo con il Comune e l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Lì abbiamo ristrutturato la palazzina che aveva ospitato in precedenza la scuola materna del quartiere Mariconda e una sua pertinenza, realizzandovi una palestrae l'atelier delle autonomie. Ci sono un bel giardino e allestito uno spazio giochi all'aperto.
Ci siamo preso cura, negli ultimi anni insieme alla Cooperativa sociale "Una breccia nel muro - Servizi", di quasi 500 bambini, pre-adolescenti e adolescenti con autismo. Come Associazione abbiamo sostenuto interamente o parzialmente il trattamento di oltre 300 bambini, alcuni dei quali coinvolti in progetti di inclusione. In questo momento, stiamo offrendo trattamenti cognitivo-comportamentali - rifacendoci essenzialmente all'ABA (Appied Behavioral Analysis) - a oltre 30 bambini che provengono da famiglie sfavorite di Lazio, Campania, Calabria e Sicilia e proseguiamo le iniziative di inclusione, fra le quali le attività sportive del rugby (con 35 bambini) e del golf (con altri 15). L'Associazione assume ogni onere riguardo sia ai trattamenti sia alle iniziative di inclusione.
Nel 2015 abbiamo sollecitato la costituzione della Cooperativa sociale "Una breccia nel muro - Servizi" che garantisce efficacemente la continuità dei trattamenti. Con la Cooperativa c'è molto affiatamento.
Proseguiamo il nostro percorso con le nuove energie. Nereo Bortot ha curato finora le iniziative di inclusione; potremo fare altri passi avanti. Paola Romagnoli è stata sempre molto attiva e ideativa; potremo ampliare la nostra presenza sul territorio. Marco Sabatini Scalmati porterà testimonianza delle esigenze delle famiglie e potremo ideare e realizzare ulteriori iniziative di ascolto e di sollievo.
L'innovazione è un canone importante del nostro intervento: l'atelier delle autonomie per i più piccoli e l'apprendimento di social skills da parte di pre-adolescenti e adolescenti con autismo sono i progetti clinici che ci stanno impegnando principalmente. L'inclusione continua a essere un riferimento essenziale: le persone con autismo devono sentirsi dentro la società civile; tutti devono predisporsi ad accoglierle, a valorizzarne le capacità, in qualche misura a condividere con le famiglie i carichidi cura. Siamo costantemente attenti alla qualità dei trattamenti erogati, aggiornando i nostri operatori e svolgendo un'importante attività di ricerca. Questi riferimenti rimangono solidi, così come i nostri principi guida: prestare attenzione principale ai casi più gravi e alle famiglie più bisognose, operare secondo l'evidenza scientifica.
Le fondazioni, le imprese, la società civile hanno premiato nel tempo il nostro impegno. Alle nuove idee, ai nuovi progetti, ai trattamenti erogati, alle iniziative di inclusione non è mai mancato il sostegno finanziario necessario. Ci auguriamo che possa essere così anche in futuro.
Andiamo avanti.