Nel Lazio il primo centro integrato

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 La struttura polivalente sarà dedicata ai pazienti in età adulta e vede impegnata la Asl Roma 6 e un'ampia rete di associazioni del Terzo settore nel territorio tra i Castelli Romani e il litorale. Ragazzi e famiglie al centro, ancor più nel passaggio delicato dell'assistenza a cavallo della maggiore età, quando il percorso di accompagnamento socio-sanitario pubblico spesso subisce un'interruzione.

Sarà un vero e proprio centro polivalente diffuso dedicato interamente all'autismo – il primo nel Lazio – quello che vede impegnati i rappresentanti del Terzo settore in partenariato con la Asl Roma 6 e tutti i Comuni capofila dei distretti socio-sanitari dei Castelli Romani e del litorale (Pomezia, Ardea, Anzio, Nettuno). Il centro sarà dedicato a giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico e altre disabilità con bisogni complessi con sedi e strutture di riferimento dislocate su tutta la fascia territoriale coinvolta.

Si tratta di un progetto all'avanguardia che prevede un "cambio di paradigma: percorsi innovativi e partecipati di inclusione sociale della disabilità in età adulta". Le attività saranno coordinate dalla cooperativa sociale Gnosis, responsabile del progetto e capofila della rete di cooperative sociali del territorio costituitasi in associazione temporanea di scopo (ATS) insieme ad altre cinque (Agricoltura Capodarco, Arcobaleno, Elma, La Castelluccia e Sorriso per Tutti).

«Il progetto ha carattere sperimentale e innovativo ovvero rivolge una particolare attenzione alla fase di transizione, passaggio dalla minore alla maggiore età, caratterizzata dalla conclusione del ciclo di scuola secondaria che comporta di fatto l'accesso a tutti gli effetti nel mondo degli adulti ­– spiega Angela D'Agostino, presidente di Gnosis – e ha tra le finalità principali il favorire percorsi personalizzati di inclusione sociale e il potenziamento delle autonomie».

In questa ottica perciò sarà importante avere il sostegno dei genitori, che più di tutti conoscono i ragazzi. «Sarà fondamentale il feedback continuo che avremo dalle famiglie ­- aggiunge Paola Capoleva dirigente UOC Integrazione socio-sanitaria della asl Roma 6 - In tal modo sarà possibile fornire le risposte più opportune e gli spazi di autonomia fondamentali per i ragazzi. Crediamo che da questo progetto possa uscirne più rafforzato il legame con il Terzo settore che ci aiuterà a creare quel rapporto continuativo decisivo per superare l'isolamento».

Obiettivi che la asl intende raggiungere anche attraverso il coinvolgimento delle scuole. «L'obiettivo prioritario del centro polivalente – Diana Di Pietro, neuropsichiatra infantile, direttore del dipartimento di Salute Mentale - è la predisposizione di un progetto individualizzato per la persona, alla cui realizzazione si perviene anche favorendo la creazione di una rete territoriale che integri risorse ed opportunità, incentivando al protagonismo delle famiglie e delle associazioni. Il progetto durerà due anni, un tempo che ci darà modo di mettere sapientemente insieme tutte le piccole esperienze affinché finalmente diventino consuetudine».

Alessia Guerrieri, Avvenire.it

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