Editoriale: Un altro fronte, il lavoro

Un-altro-fronte-il-lavoro

di Alberto Zuliani*

Ci siamo occupati prevalentemente di bambini, quindi di adolescenti, da qualche tempo anche di giovani nella condizione autistica. Intendiamo impegnarci sempre di più per favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro. È un compito non facile. Lo stiamo affrontando proponendo a possibili finanziatori il progetto "AuT WORK, un progetto di vita lavorativa per persone con autismo". Esperienze precedenti indicano che gli elementi cruciali per l'inserimento nel mondo del lavoro sono riconducibili a tre categorie: conoscenza delle caratteristiche dello spettro autistico; ambiente di lavoro supportivo; corrispondenza tra abilità e profilo lavorativo.

Il progetto si propone di strutturare un percorso lavorativo nel quale la persona nella condizione autistica sia adeguatamente formata e sia affiancata e sostenuta con la gradualità necessaria da personale qualificato. È prevista una serie di azioni volte a delineare il possibile profilo professionale della persona, a favorire il riscontro delle sue competenze con la posizione lavorativa disponibile, a sostenerla nell'approccio al lavoro, a valutare l'efficacia dell'intervento. Si parte, quindi, da una valutazione del profilo sensoriale dei beneficiari alla quale seguiranno una valutazione professionale, un intervento sulle abilità sociali e una formazione iniziale alla specifica mansione individuata. L'ambiente aziendale sarà predisposto ad accoglierli attraverso incontri di formazione-informazione generale sull'autismo rivolti al personale aziendale. I punti centrali del programma saranno l'azione di job coaching e quella di tutoraggio in favore delle persone avviate al lavoro da parte di uno o più lavoratori dell'azienda.

Le sensibilità sensoriali nelle persone con autismo sono caratterizzate da una estrema variabilità sia nella tipologia sia nell'intensità e costituiscono una variabile rilevante per valutare l'adeguatezza del contesto lavorativo. Occorre limitare possibili incompatibilità o prevedere strategie adeguate a risolverle. La valutazione delle abilità professionali favorisce la corrispondenza tra abilità individuali e competenze richieste dalla posizione lavorativa disponibile. A questo fine si dispone di metodologie consolidate nella pratica clinica, quali il Teacch Transition Assessment Profile (TTAP) e The Assessment of Functional Living Skills (AFLS).

Si prevede di apprestare una prima formazione in favore dei beneficiari riguardo alle competenze necessarie per lo svolgimento della specifica mansione da svolgere.

La persona autistica sarà sostenuta da un job coach opportunamente formato - in generale con formazione di base di tipo psicologico - il quale favorirà l'acquisizione di competenze essenziali in ambito lavorativo, curerà le relazioni interpersonali necessarie per lo svolgimento dell'attività, promuoverà un ambiente inclusivo.

Un'altra figura centrale sarà il mentore aziendale che accompagnerà la persona autistica nell'inserimento in azienda e nello svolgimento delle mansioni previste dalla posizione assunta.

Job coach e mentore aziendale affiancheranno, dunque, la persona nel suo percorso di avviamento al lavoro, con la gradualità che si renderà via via necessaria, prevedibilmente a degradare nel corso del tempo. Si pensa di esplorare forme di stage o di tirocini retribuiti per otto-dieci mesi, con l'aspettativa che il rapporto si consolidi in una forma stabile.

L'intervento sarà condotto seguendo le indicazioni della letteratura scientifica e sarà supervisionato e coordinato per l'intera durata da un analista del comportamento.

È prevista la raccolta sistematica di dati in modo da ottenere informazioni che consentano di apportare eventuali correttivi migliorativi e costituiscano una risorsa per progetti futuri - nostri e di altri - che ci auguriamo possano essere numerosi. Per questo prevediamo di addestrare per il job coaching almeno venti laureati in psicologia.

Abbiamo fatto alcuni passi. Il progetto ha avuto il patrocinio dall'Unione industriali delle province del Lazio e dell'Unione industriali di Napoli che hanno diffuso l'informazione sui siti e attraverso le loro newsletter periodiche. Qualcosa si sta muovendo; qualche azienda ha già preso contatto con noi. Contiamo di trovare i finanziamenti necessari per ampliare la platea dei beneficiari.

*Presidente di Una breccia nel muro - ODV

L'attività di Breccia illustrata agli studenti di Psicologia

Il 26 gennaio scorso Federica Mondani, BCBA, supervisore presso il Centro "Facciamo breccia" di Roma, vicepresidente della Società cooperativa sociale "Una breccia nel muro – Servizi" e Alberto Zuliani, presidente dell'Associazione di volontariato "Una breccia nel muro – ODV" hanno presentato agli studenti della Facoltà di medicina e psicologia di Sapienza Università di Roma l'esperienza di Breccia nel trattamento di bambini e adolescenti nella condizione autistica basato sull'evidenza scientifica. È stata ripercorsa la storia di Breccia, sono state illustrate le metodologie adottate e i risultati ottenuti. Ampio spazio è stato dato alle iniziative innovative proposte recentemente: la summer school, i gruppi classe e quelli sulle autonomie, il progetto AuT WORK, per l'avviamento al lavoro di giovani nella condizione autistica. Sono state indicate le possibilità di tirocinio e di volontariato presso Breccia. La presentazione ha riscosso molto successo e si è deciso di replicare l'iniziativa all'interno di un corso fondamentale di Psicologia clinica.

Intanto, sono arrivate le prime disponibilità di studenti a rapportarsi con Breccia. 

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