Con lo sport si abbattono le barriere

Con lo sport si abbattono le barriere Con lo sport si abbattono le barriere

Il sup surf e la vela come strumenti per abbattere barriere fisiche e culturali e così, ancora una volta, lo sport e le pratiche motorie si trasformano in iniziative messe al servizio della persona per migliorare la qualità della vita anche alle persone con disabilità e altre tipologie di fragilità. Se ne è discusso a Rovereto, alla facoltà di Psicologia e Scienze Cognitive.

E' stata l'occasione per mettere a confronto quanto sta portando avanti su questi temi la cooperativa Archè e la professoressa Paola Venuti dell'Università di Trento, la quale ha ricordato come le diagnosi dei giovani con disturbi dello spettro autistico, siano in progressivo aumento, ed è quindi sempre più necessario appoggiare iniziative che affrontano la tematica.

Progetti di questo tipo, ha aggiunto la docente, che coinvolgono soggetti ad alto funzionamento, in esperienze strutturate in barca a vela e in sup surf certamente favoriscono una dimensione di reale inclusione ma è importante tenere presente quanto sarebbe importante importare modelli simili anche in contesti "normali", come quello scolastico dove ancora oggi esistono criticità legate al coinvolgimento di questi giovani. Gianluca Samarelli, presidente della cooperativa Archè ha, quindi, spiegato quanto sia importante conoscere da vicino gli aspetti dell'autismo attraverso un'esperienza che sia anche scientifica e metodologica, oltre che relazionale.

Questo aspetto, nel lungo periodo ha permesso di giungere alla stesura di due studi preliminari di ricerca, replicabili ed esportabili che hanno utilizzato gli strumenti del sup surf e della vela in contesti sportivo-relazionali outdoor. Il presupposto del team multidisciplinare, guidato dalla cooperativa sociale Archè e da cui è scaturito questo momento di restituzione pubblico, è stato quello di portare degli aspetti d'innovazione nel panorama sociale del territorio provinciale utilizzando lo sport e le pratiche motorie, come strumenti per migliorare la qualità della vita per le persone con disabilità e altre tipologie di fragilità.

E poi c'è la buona pratica di svolgerli all'aperto questi sport: l'acqua e i laghi del Trentino, così come il rapporto con la montagna, offrono, infatti, contesti emozionali unici. Ambienti che, forse più di altri, permettono di misurarsi con sé stessi, di ascoltarsi e di imparare anche dalle proprie piccole e grandi paure. Gli studi preliminari di ricerca che sono stati presentati al convegno, definiscono una metodologia consolidata che si innesta su buone prassi sociali, creando un connubio non sempre facile da realizzare.

Tra le ricadute concrete di questo percorso di ricerca vi è una nuova proposta di turismo accessibile, la formula "Archè Camp". Questa nuova proposta, ha ricordato Samarelli, offre la possibilità a giovani con disturbi dello spettro autistico e alle loro famiglie, di vivere una settimana dedicata con esperienze attive e accessibili a contatto con la natura, supportati da educatori e operatori formati, con il monitoraggio attivo dell'OdfLab di Rovereto. La dottoressa Chiara Cainelli, ricercatrice ODFLab, è entrata nel vivo della ricerca "Sup e Sail ability", concentrandosi sulle misure osservative ed efficacia dell'intervento cercando di evidenziare come la ricerca sia alleata dello sport nel definire metodologie e buone prassi.

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